“Vieni oltre”, Rimini lancia la sua candidatura a capitale italiana della cultura 2026
“Vieni oltre”, italianizzazione dal dialettale ‘vin olta’, è il titolo del percorso che accompagnerà la candidatura di Rimini al titolo di capitale italiana della cultura 2026. Un tema sintetizzato anche da un logo svelati martedì 18 aprile durante la prima delle iniziative pubbliche in programma per raccontare cosa ha spinto la città a lanciarsi nella sfida per ambire all'importante riconoscimento, un lavoro che sarà da stimolo per costruire insieme le traiettorie di sviluppo culturale della città.
Tanti gli interventi che si sono susseguiti dal palco del Teatro Galli, moderati da Paolo Verri, consulente che sta supportando il Comune per l’elaborazione del dossier di candidatura di Rimini 2026. Oltre al presidente del Comitato promotore "Rimini 2026" Giorgio Tonelli, hanno preso la parola amministratori ed esperti che hanno vissuto in prima persona cosa significa fregiarsi del titolo da Salvatore Adduce, ex sindaco di Matera e Rossella Tarantino, manager sviluppo e networking della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Silvano Straccini, direttore generale del programma di “Pesaro 2024”, che inaugurerà a fine gennaio. A Rimini l’in bocca al lupo attraverso contributi video da parte della vicesindaca di Brescia Laura Castelletti e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, le due città attualmente insignite del titolo.
A ‘rompere’ la schiera di interventi istituzionali le parole di Allegra De Angelis, 14 anni, tra i tanti giovanissimi volontari che ogni anno animano Mare di Libri, il festival di letteratura per ragazzi e fatto dai ragazzi. “Spesso Rimini viene considerata solamente per le sue spiagge e come meta di turismo balneare anche se, così facendo, si commette un grande errore – ha letto Allegra dal palcoscenico del Galli - Infatti il contributo che Rimini dà alla cultura italiana è trasversale; non soltanto è ricca di monumenti che costituiscono un’importante fonte storica, ma in questa città sono presenti anche tracce della storia moderna e contemporanea, che stanno venendo valorizzate sempre di più come ad esempio il museo Fellini, per non parlare delle iniziative per i giovani: come il festival di Mare di Libri. Sin da quando ero una bambina fino ad oggi ho potuto vedere la mia città cambiare e migliorarsi”. È importante – ha aggiunto - includere tutti e tutte anche nell’ambito della cultura, per cercare di avvicinare anche i più giovani. Bisognerebbe cercare di renderla più accattivante, non concentrandosi solamente sugli aspetti più “classici”, ma cercando di renderla talvolta più leggera in modo da essere fruibile non solo coloro che ne sono già appassionati, ma anche a quelli che si stanno “affacciando” a questo mondo, non essendone ancora esperti, in modo da avere continuamente nuovi stimoli e idee”.
Allegra “che avrà 18 anni nel 2026, “la sua età adulta, l'età adulta di Rimini” ha sottolineato il sindaco Jamil Sadegholvaad nel suo intervento, nel quale ha spiegato il senso della scelta del titolo, “Vieni oltre”, “la traduzione di un secco dialettale Vin olta. Non tragga in inganno l’evidente sgrammaticatura, segno semmai di una città più propensa all’anarchia di un disordine creativo che non a una ordinata insignificanza. Volevamo rappresentare l’idea di Rimini, che certo è un luogo fisico, oggi più che mai con la concretezza di una città rigenerata, ma è anche un paesaggio immateriale, luogo di libertà del pensiero e dei suoi stili di vita. Vieni oltre è un richiamo a sé, un invito di chi marca una sua centralità con le radici ben piantate in un passato bimillenario, ma sembra mostrare di portarti lontano. Quell’oltre è la promessa di un altrove, fisico, virtuale o letterario, poco importa. È sempre un altrove di libertà. Vieni oltre rinnova il suo invito a non fermarsi alle apparenze e a proseguire con noi per scoprire la compresenza di tutte le ramificazioni pluridimensionali che la nostra città ospita e custodisce amorevolmente. Ed è questa forse la chiave decisiva e non replicabile della nostra candidatura”.
A chiudere la carrellata di contributi l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, che ha voluto testimoniare “modo chiaro e nitido la vicinanza della Regione Emilia Romagna alla candidatura. Siamo al vostro fianco e vi accompagneremo in questa sfida. Rimini – ha spiegato . non si vuole accontentare di essere ‘solo’ una città turistica tra le più importanti al mondo, ma vuole essere una città globale, culturale. C’ è una parola che spiega le ragioni di questa candidatura ed è ambizione. E abbiamo bisogno di città ambiziose, perché è tutta la regione a trarne beneficio, dunque questa sfida riguarda tutti noi, il successo di Rimini sarebbe un successo per tutti. L’unica raccomandazione che mi sento di fare a Rimini è di presentarsi come un corpo unico, una rete solidale. Anche nel caso non si riuscisse ad ottenere il titolo avrete comunque vinto, perché avrete deciso insieme cosa vuole essere Rimini tra 20, 30 anni”.
La road map
A Paolo Verri il compito di tracciare la road map: la prossima settimana saranno annunciati i nomi dei direttori artistici che andranno ad irrobustire il team che sta lavorando al progetto di candidatura. Sei i profili che sono stati selezionati dalla commissione giudicatrice tra le 125 candidature arrivate a seguito dei bandi pubblicati dall’Amministrazione Comunale per cercare esperti nel campo della valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, della produzione culturale e della produzione e divulgazione della cultura scientifica e tecnica. Una volta individuati i direttori artistici si partirà con i gruppi di lavori, sotto il coordinamento del piano Strategico, che porranno le basi per la stesura del dossier di candidatura, il documento che dovrà condensare il progetto culturale, gli obiettivi, la governance, la valutazione di sostenibilità economica del programma e che rappresenta l’elemento centrale per ambire a rientrare nella ‘short list’ delle città in lizza per il riconoscimento. Questo in attesa del bando per la capitale 2026, atteso per settembre.